Essere grati al proprio intestino irritabile?

E’ proprio così io sono grata al mio intestino perché mi ha educata molto bene!
Non fosse stato per i suoi avvertimenti, fatti di dolore, gonfiore ecc, io non avrei mai capito che dovevo occuparmi di più di me stessa!
Non avrei mai capito che non tutti ciò che è presente sugli scaffali di alimentari di un supermercato è davvero “commestibile”!
Lui mi ha insegnato a indagare sulle caratteristiche degli alimenti, che si incrociano con le caratteristiche di ognuno di noi!
Mi ha insegnato anche che non esiste una dieta unica per tutti, ma anche che ci sono cibi che possono fare bene a quasi tutti!
Insomma il mio intestino è stato il mio mentore, il mio coach, e non lo ringrazierò mai abbastanza per questo!
Se oggi mangio molto meglio, e mi sto occupando attivamente della mia salute odierna e futura è senz’altro merito suo…. e del fatto che l’ho vissuto così!
Ho raccontato questo perché spesso un malessere, una situazione particolare la viviamo come un “impedimento”, una seccatura, ma forse da un’analisi attenta potrebbe rivelarsi qualcosa di positivo.
Probabilmente uno dei segreti del “vivere bene” è proprio saper leggere le situazioni in chiave positiva e saper imparare dall’esperienza!
E non è vero che tutto questo appartiene ai saggi…. (è una scusa, riconoscilo!).

Buona vita
La tua coach

I circuiti dello stress e l’alimentazione

Quando dico che mi occupo di stress e di alimentazione molti ancora si stupiscono non trovando un collegamento diretto fra i due ambiti.
In realtà il collegamento è molto più stretto di quel che si possa comunemente pensare. Il meccanismo che ci induce a mangiare molto e male dipende proprio dai circuiti dello stress. Se non si riesce a cambiare alimentazione, dipende dal fatto che il nostro cervello non elabora in modo positivo gli stress del cambiamento (insieme agli altri mille stress quotidiani) e ci induce a cercare modalità edonistiche consolatorie (cibo, acquisti compulsivi, tv, alcool). I circuiti dello stress sono veri e propri circuiti di neuroni creatisi nel tempo attraverso le nostre reazioni agli stress. Più si risponde in un certo modo agli stimoli più si rinforzano i circuiti negativi, più ci si sente in trappola (la gabbia dello stress).
Cosa sono i circuiti dello stress? Per esempio se di fronte ad un contrattempo reagiamo con eccessiva rabbia e frustrazione, ci deprimiamo e pensiamo che a noi vada tutto sempre storto, abbiamo attivato un circuito dello stress, probabilmente molto utilizzato da sempre e sempre pronto a scattare. Questi comportamenti inconsapevoli e istantanei sono immagazzinati nella parte più profonda e antica del cervello (il cervello rettiliano) e sono delle certezze! Difficile sia esserne consapevoli sia abbandonarli. E’ proprio attraverso la consapevolezza e un lavoro di identificazione paziente di questi meccanismi che si può intervenire efficacemente nel cambiare queste risposte in risposte più adattative!
L’EBT (Emotional Brain Training) ne ha studiato l’applicazione con ottimi risultati. Ma non ci sono scorciatoie, bisogna applicarsi seriamente al training quotidianamente. Il premio però è davvero allettante: una vita molto più serena, più salute e una grande forza d’animo di fronte a qualsiasi problema!
Ve lo dice chi oltre a insegnarlo lo ha incorporato nella sua vita di ogni giorno con soddisfazione!
Buona vita!Come affermato in questo articolo, puoi sfogliare la selezione delle offerte disponibili su smartphone e marche migliori ed esplorare le offerte cell phone piani di servizio più adatti alle tue esigenze.

Prevenzione Alzheimer

Le malattie neurovegetative come Alzheimer e Parkinson sono in forte aumento e la loro insorgenza sempre più precoce. Si calcola che nei paesi europei nel 2020 saranno 15 milioni le persone con demenza (dati Ministero della Salute).

l’Alzheimer (DA) rappresenta il 54% di tutte le demenze. Le donne malate  rappresentano quasi il doppio degli uomini anche per la maggiore aspettativa di vita.

La Comunione Europea ha moltiplicato gli sforzi per dare priorità agli studi su queste malattie, essendo estremamente invalidanti e costose per la comunità in termini non solo economici.

Si capisce quindi quanto sia importante una diagnosi precoce e una seria prevenzione del problema.

La cause dell’Alzheimer non sono completamente note ma ormai sono molti gli studi che confermano che una vita sana con una adeguata nutrizione, movimento, e gestione dello stress costituiscono una buona prevenzione primaria e possono aiutare anche in caso di insorgenza della patologia.

Implicata nell’insorgenza pare sia una proteina che nata come scarto dalle azioni metaboliche del cervello non venga efficacemente eliminata accumulandosi e creando dei grovigli tra i neuroni che finiscono per spegnerli.

La scienza ha messo già a disposizione farmaci che rallentano questo processo degenerativo e se anche dall’Alzheimer non si guarisce, si può avere una qualità della vita migliore di un tempo.Questo post è sponsorizzato dai nostri partner Wigs

E’ però molto importante scoprire l’insorgenza della malattia molto precocemente per avere i migliori risultati.

La diagnosi di Alzheimer viene fatta attraverso test neurocognitivi come il MoCA il MODA o R-BANS (e altre batterie di test) che, se positivi, conducono a esami del sangue specifici oltre che ad un ECG.

Uno dei sintomi (prodromi) dell’insorgenza di Alzheimer è senz’altro la difficoltà mnemonica e attentiva anche se non sono sintomi patognomonici in quanto presenti in altre patologie come sindromi metaboliche (il diabete, dilipidemie), o in patologie ischemiche o di natura venosa e in molti casi anche sindrome ansiose o depressive.

Se avete dei dubbi non esitate quindi a sottoporvi al test di screening.

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Studio Dott.ssa Laura Izzi 

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Stress e alimentazione

Lo resistenza allo stress passa per uno stile di vita sano e corretto, senza strafare, ma cum grano salis, direbbero i latini.

Non possiamo pretendere di vivere sani e a lungo se trattiamo il nostro corpo come una pattumiera e ci ricordiamo che esiste solo quando dobbiamo agghindarci a festa.

Nel serbatoio della vostra auto mettereste mai dello zucchero, oppure qualcosa che non sia benzina o diesel puro?

E perché allora nel nostro stomaco mettiamo ogni sorta di improbabile schifezza?

Forse non sappiamo abbastanza su come funzioniamo, non esiste una scuola guida per il nostro corpo.

Allora vediamo di riparare il vuoto che c’è nell’educazione alimentare e proviamo a capirci qualcosa di più!

Di seguito un brano in anteprima tratto dal mio prossimo libro.

  • – L’equilibrio acido-basico e l’indice glicemico.

La nostra salute dipende molto da due fattori: l’equilibrio acido-basico del nostro organismo e la costanza dei valori glicemici nel sangue.

Per quanto riguarda il primo di questi fattori esso ha a che fare con la presenza di elementi acidificanti e basificanti in equilibrio tale da non dare adito ad infiammazioni. L’infiammazione porta alla lunga ad ammalarsi. L’alimentazione occidentale purtroppo è molto più ricca di alimenti acidificanti che basificanti e quindi spesso soffriamo senza accorgercene di infiammazioni subcliniche croniche.

Perché l’equilibrio acido-basico possa essere mantenuto occorre equilibrare l’alimentazione attraverso l’introduzione maggiore di alimenti basificanti . Mangiamo in sostanza troppa carne, cereali (di tipo acidificante), latticini, e poca verdura, frutta e cereali (di tipo basificante).

Troverete in appendice una tabella con gli alimenti divisi in basificanti e acidificanti.

Purtroppo è proprio questo squilibrio a portarci scompensi tali da fornire un ambiente idoneo alla formazione di malattie come quelle già menzionate precedentemente, compresa l’obesità.

Naturalmente vige sempre il principio dell’epigenetica per cui per lo sviluppo di diverse malattie occorre che esista un rischio genetico oltre ad un ambiente idoneo alla sua manifestazione, e con ambiente si intende dall’alimentazione al livello di stress, e alla tipologia di vita che si conduce.Attraverso l’articolo sopra, possiamo consigliarti gli ultimi abiti.Shop dress in una varietà di lunghezze, colori e stili per ogni occasione dei tuoi marchi preferiti.

E siamo al secondo dei fattori: la costanza della glicemia nel sangue.

Sbalzi glicemici continui possono condurre il nostro pancreas a non reagire più nel modo giusto e a non produrre più l’insulina che serve ad abbassare la glicemia, oppure si può giungere ad una resistenza all’insulina e quindi sviluppare sindromi metaboliche e diabete mellito.

E’ un fatto che noi mangiamo troppo zucchero e chi ha letto il primo libro sa bene questo cosa significa per il nostro fisico. E soprattutto sa che è enormemente sottovalutato in quanto è divenuta una abitudine a cui non si fa caso perché lo zucchero è erroneamente creduto un alimento come gli altri.

Ma non è così, lo zucchero è un addittivo privo di nutrienti che contribuisce non poco ad acidificare il nostro organismo.

I picchi glicemici fanno molto male anche al cuore, e ci rendono anche dipendenti creando un circolo vizioso da cui è difficile uscire. Infatti più zucchero porta più insulina nel sangue e l’insulina conduce a ricercare altro zucchero.

Non la farò più lunga di così perché il mio scopo non è scrivere un trattato di fisiologia ma divulgare il più possibile una conoscenza di base che manca alla nostra cultura ed è invece indispensabile per poter fare scelte consapevoli. E la consapevolezza deve poter essere alla base di tutte le nostre scelte!

A presto.

Stress: se ne parla tanto (troppo!) e si sottovaluta di più!

Il meccanismo di attivazione dello stress non è a tutti noto. Spesso si pensa che lo stress sia qualcosa di etereo, poco più di una parola, una sensazione, un modo per dire che si è stanchi o stufi… poco più di un’espressione!

Ma non è così!

Lo stress, ovvero il Distress, è una condizione psiconeuroendocrinologica ben precisa!

Quando uno stimolo stressante è continuo e irrisolvibile, (o così lo percepiamo) il nostro sistema Ortosimpatico si attiva in maniera anomala, e non viene adeguatamente contrastato dal sistema parasimpatico.

Cosa significa questo?

Significa che il sistema Ortosimpatico di fronte ad una continua stimolazione rimane in stato di allerta, secernendo degli ormoni (cortisolo ecc) e delle catecolamine (adrenalina, noradrenalina ecc) che rimanendo in circolo a lungo provocano danni anche irreversibili al nostro organismo.

Per questo motivo l’Unione Europea nel 2004 ha promulgato un accordo Quadro tra gli stati membri per attivare un concreto sistema di valutazione e gestione dello stress lavoro-correlato (recepito in Italia dal DLgs. 81/08).

Sta comunque anche a noi occuparci di come gestiamo il nostro stress, e di quali stili di coping adottare che si adattino meglio al nostro modo di essere.

Attribuire un significato alle situazioni che incontriamo in modo da renderle maggiormente comprensibili è una strada certamente proficua.

Ma siamo sempre in grado di farlo da soli?

Possiamo diventarne capaci, ma serve un vero e proprio training che ci insegni a trovare il modo adatto.

Altrimenti la resistenza al cambiamento avrà la meglio e si frapporrà tra noi e il nostro benessere!

Buona riflessione!

 

Ma quale dieta?

Dopo aver cercato per anni di non vedere il problema e di raccontarsi che stiamo bene così viene il momento della presa di coscienza e finalmente si prende la decisione: “mi metto a dieta!”. Il buon proposito di dimagrire però rischia di franare subito se non si capisce da dove nasce il sovrappeso. Che dieta iniziare dunque? Cominciamo col dire che dimagrire è una questione di testa e di sentimenti… esattamente come il meccanismo che ci ha fatto ingrassare! Maria doveva perdere 40 Kg e così girava da un dietologo ad un altro senza mai terminare una dieta. Perdeva un po’ di peso ma quando cominciava a vedersi un po’ più magra si diceva: “ma sì dai che sarà mai se oggi faccio un’eccezione?” … e l’eccezione si trasformava subito in regola, facendo naufragare la dieta. Finchè decise di provare la dieta del sondino senza sondino (che consiste nel nutrirsi di integratori sotto stretto controllo medico per 10 giorni e proseguire con una dieta per metà integratori e per metà pasti normali per un altro periodo). Con questa dieta si perdono subito molti kg e per alcune persone è eccellente perché molto motivante! Ma non per chi, come Maria, soffre di binge eating, cioè di attacchi improvvisi di fame compulsiva. Certo Maria, con molta sofferenza, è giunta alla fine dei primi 10 giorni e ha anche perso 5 kg, ma dal giorno dopo ha riiniziato a mangiare 4/5 merendine alla volta! Purtroppo chi ha questo problema comportamentale non è adatto a questo tipo di dieta se non accompagnato da un supporto psicologico/coaching che aiuti ad elaborare i meccanismi alla base del binge eating. Ora Maria ha iniziato un percorso di supporto alla dieta e sta ritrovando la forza per combattere e vincere la sua personale battaglia.
Ogni persona che si trovi in stato di sovrappeso ha una sua personale storia che va ben ponderata e capita insieme per poter trovare il percorso e le motivazioni più giuste per tornare in forma e ritrovare equilibrio e serenità.

Laura Izzi

3496723628

La “gabbia” dello stress

Forse non sapete che lo stress provoca un circolo vizioso di tipo psicologico-comportamentale molto difficile da individuare e da ammettere prima ancora che da affrontare. Tutto questo è rappresentato dal fatto che la persona fortemente sotto stress si oppone a qualunque forma di cambiamento che vada nella direzione di gestire meglio il suo stress. Questa impossibilità gli fa sperimentare un senso di impotenza che va a sommarsi a quello già in essere e lo immobilizza più fortemente!
E’ per questo che è molto difficile aiutare chi è in una condizione di stress cronico.
Prima di fornire delle strategie e delle tecniche adeguate è determinante far emergere questo stato psicologico che io chiamo “la gabbia” e che se non ammesso farà fallire ogni tentativo di risoluzione.
“La gabbia” è caratterizzata da un pensiero negativo cronico e da un tunnel mentale senza sbocchi disseminato di false percezioni e convinzioni rigide e mai sensorialmente basate di cui si ha scarsa consapevolezza.
Far emergere questo stato allenterà un po’ alla volta le difese e renderà l’intervento di consulenza più efficace e anche più veloce.
Quando si riesce a sfondare questo muro di impotenza si è già molto vicini ad una visione diversa e più sana del proprio stress e si può cominciare a intervenire sulle cause.
Di solito questi interventi fatti con tecniche di coaching durano dai 10 ai 15 incontri e si impara per sempre a gestire il proprio stress migliorandosi continuamente.