Ma non è vero….le solite esagerazioni!!!

Qualche giorno fa mi è capitato qualcosa che chi ha fatto scelte diverse dalla massa, chi è in qualche modo andato in senso opposto alla moltitudine, ha sicuramente conosciuto. Quando si fanno scelte che la maggioranza fa fatica a fare è facile che subisca la squalifica di chi non ce la fa nemmeno a prendere in considerazione la possibilità di un cambiamento.
Purtroppo l’episodio ha coinvolto mia figlia, e questo per lei sarà un grande insegnamento, ma per ora è una ferita aperta che stiamo tentando di medicare.

L’episodio in poche parole: mia figlia (11 anni) era a casa di lontani parenti e parlava con loro di alimentazione. Ovviamente vivendo in una famiglia attenta e molto consapevole di tutto ciò che significa nutrizione, benessere, salute è abituata ad un rapporto sano col cibo. Nella discussione con queste persone ha detto che il latte non è un alimento molto sano per l’uomo e ha spiegato il perché della sua affermazione. Per tutta risposta si è sentita dire che erano tutte baggianate e che non doveva dare retta a queste sciocchezze, che il latte fa bene è risaputo …ecc.

Ora, credo siano chiare le implicazioni psicologiche possibili di questa incauta risposta che squalifica sua madre ai suoi occhi. Per fortuna siamo abituati al dialogo e così non mi è stato difficile farle capire il meccanismo che impedisce a queste persone di prendere in considerazione un cambiamento di abitudini così radicato come quello che li porta a consumare chili di formaggio e litri di latte da sempre e a credere quindi a chi per decenni ha detto che il latte è un alimento sano e indispensabile nella nostra alimentazione e a squalificare chi mette in dubbio un’ abitudine e una tradizione che ha radici molto antiche.

Purtroppo tutti i giorni ho a che fare con questo tipo di resistenze che affondano le radici in abitudini troppo radicate per essere attaccate da studi e ricerche di importanza internazionale.

Ho voluto parlarvi di questo episodio perché credo sia importante fare una riflessione su questa resistenza attiva ad un cambiamento che in fondo sappiamo essere veramente importante per preservare la salute di tutti.

Prendere coscienza di come spesso le abitudini e le tradizioni abbiano influenzato perfino la scienza medica e siano davvero dei punti fermi intoccabili da parte di molti, della maggioranza in realtà, è un passo essenziale e imprescindibile per riuscire nell’impresa.

Fare chiarezza sulla vera sana alimentazione incontra ancora molto questo tipo di resistenza e sarà il compito di questa generazione rompere questo muro di credenze errate e far comprendere che cambiare non solo è salutare ma è possibile senza sentirsi dei traditori e senza patire pene così terribili.

Quando si crede in ciò che si fa non è così difficile effettuare dei cambiamenti positivi per la propria salute. Ovviamente occorre molta informazione, vera, e non disfunzionale come quella che si trova anche in siti ufficiali.

Buon cambiamento!

Ma quanto mi costa dimagrire…mi conviene?

Questa è una delle domande che ogni persona in sovrappeso o in stato di obesità si fa spesso. Allora vediamo insieme i dati che ci possono aiutare a rispondere in modo sempre personale, a questa domanda.

Naturalmente dipende sempre da cosa significa per noi “conveniente”, ma vediamo i dati economici:

Tutti i metodi che in modo più o meno serio si proclamano utili a dimagrire hanno dei costi.

La BBC ha fatto un calcolo di circa 5-10.000 dollari in media per una persona obesa che voglia dimagrire con uno di questi metodi.

La Weith Watchers è uno dei più diffusi soprattutto nei paesi anglosassoni e il costo medio mensile riportato in questa ricerca condotta dalla BBC è di $700.

Per la Atkins il primo mese ha un costo di $40, dal secondo si passa a $948.

Certo belle somme…..per metodi a volte un po’ discutibili (soprattutto se parliamo di diete povere di carboidrati e troppo iperproteiche).

Ma di contro che costi avremmo se non dimagrissimo?

Questa è una domanda che non ci facciamo mai! Ma è essenziale se vogliamo davvero calcolare i soldi che ci costa realmente dimagrire!

Un articolo tratto dalla rivista “Obesity” ci rende edotti del fatto che i costi per le cure mediche aumentano con l’aumento dell’Indice di Massa Corporea (IMC).

Nella ricerca condotta dal Professor Truls Ostbye su di un campione rappresentativo di lavoratori dell’Università, si va da $2368 con IMC di 19 a $4880 con IMC di 45.

A voi decidere se dimagrire conviene o no! Naturalmente sempre che si mantenga  poi il peso forma! E questo, lo ripeto ancora, succede solo ed esclusivamente se invece di seguire l’ultima dieta di moda, impariamo attraverso un percorso di crescita personale a nutrirci bene secondo i principi di una sana nutrizione e secondo la nostra natura (diversa per ognuno di noi).

 

 

IL METODO: “dimagrire con la mente…e col sorriso”

Dimagrire è un progetto e come tale deve essere pensato prima di essere messo in atto. Se rimane un desiderio porterà solo frustrazione e l’esito negativo, ovvio, minerà anche l’autostima e il senso di autoefficacia. In questo progetto occorre che collabori in primis la nostra mente. Sarà lei ad attivare, attraverso la mente inconscia, le nostre capacità.
Il metodo “Dimagrire con la mente…e col sorriso” è un metodo completo per imparare a dimagrire prima e mantenere il peso poi, durante tutta la nostra vita. E’ un metodo pensato in modo tale che metta in sinergia la mente con i dettami della sana nutrizione anti-aging (rallentamento dell’invecchiamento cellulare), passando attraverso l’integrazione dell’attività fisica in modo piacevole e per niente punitivo, come invece accade spesso quando ci “imponiamo” un comportamento non realmente accettato e metabolizzato!
Il metodo propone un cambiamento vero e tangibile ma secondo i tempi naturali della nostra mente!
E in un tempo che non sembrerà più interminabile, porterà a ritrovare il peso e la taglia giuste per sentirci davvero noi stessi, per riconoscerci e tornare a sentire il corpo qualcosa che ci appartiene completamente.
Ho voluto fortemente un metodo non invasivo, non volitivo, non costrittivo, che assecondasse i ritmi della nostra natura. Un metodo che tirasse fuori il meglio che abbiamo con delicatezza e attenzione alle diversità e alla singolarità di ognuno.
Un metodo che ho voluto studiare con l’aiuto di un medico nutrizionista di grande preparazione tecnica e umana, la dott.ssa Gabriella Mazzolari e che sto diffondendo con grande riscontro in professionisti della salute e del benessere di ogni estrazione.
Questo metodo è diventato un libro che spero possa essere d’aiuto a molte persone che dal desiderare possano piacevolmente passare al “progettare” il loro cambiamento!

A presto, la vostra coach!

Ma come dev’essere una sana alimentazione?

Alimentarsi è un bisogno primario imprescindibile che viene ottemperato da millenni, eppure sull’alimentazione ci sono ancora notevoli diatribe!
Non sono una nutrizionista, ma da anni mi occupo per professione e per passione di alimentazione, e devo confessarvi che non è stato facile venirne a capo.
Dopo anni di ricerche, studi, letture e prove sul campo solo da alcuni anni posso dire di avere le idee chiare o comunque sufficientemente chiare sui principi cardine di una buona e sana alimentazione.
Per essere più chiara ho evidenziato 10 principi chiave a cui è ancora possibile aggiungerne alcuni. Ma vediamo questi primi 10 principi di una sana nutrizione:
1. la dieta ideale è varia. Questo fa si che tutti i principi nutritivi siano apportati con costanza al nostro fisico che non potrà soffrire di carenze nutritive.
2. I pasti devono essere ben combinati: per essere digeribili e fornirci l’energia di cui abbiamo bisogno i nostri pasti devono essere combinati nella maniera giusta. Per esempio le proteine con la verdura così come i carboidrati, la frutta fuori pasto. Questo perché i vari tipi di nutrienti vengono digeriti in ambienti ad acidità differente. Sicuramente vi capita dopo i pranzi natalizi di sentirvi gonfi, stanchi, spossati. Dipende dalla digestione che fa una grande fatica e produce molti scarti che intaseranno fegato e reni!
3. Niente addittivi chimici! Possibilmente si dovrebbe mangiare cibo biologico, perché oltre a non avere pesticidi offre un maggiore valore nutritivo.
4. La dieta deve essere ricca di acqua. Noi siamo in gran parte costituiti da acqua e abbiamo bisogno di un costante ricambio. Quindi è molto importante bere, e bere acqua di qualità, con un residuo fisso basso e pochi metalli. Inoltre mangiare tanto cibo ricco di acqua quindi frutta e verdura.
5. Meglio integrale! I cereali dovrebbero essere introdotti in quantità non elevate (20/30% del fabbisogno in calorie) e possibilmente integrali. Ancora meglio se in chicchi. Limitare l’uso di farine, la raffinazione ne innalza l’indice glicemico.
6. Povera in glutine, caseina e lattosio. Questo principio si meriterebbe un capitolo a parte. Il frumento purtroppo non è più quello originario. Troppo manipolato geneticamente non ha più le proprietà organolettiche di un tempo. Il glutine è presente in una quantità 10 volte superiore al frumento originario. Essendo una proteina molto aggressiva procura problemi di intolleranza a molte persone.
Per quanto riguarda caseina e lattosio, il nostro apparato digerente non è stato programmato per digerire questi elementi e quindi fa molta fatica. Noi europei abbiamo la possibilità di digerire un po’ meglio queste componenti perché abbiamo alle spalle millenni di pastorizia, ma la maggior parte dei gruppi etnici (Africani, indiani ecc) non possiede proprio gli enzimi necessari.
7. Pochi zuccheri raffinati: lo zucchero è uno dei responsabili insieme al consumo smodato di cerali raffinati di molte malattie occidentali (diabete, ipertensione, malattie cardiache).
Ciò che fa ammalare il fisico è il continuo rialzo dell’indice glicemico nel sangue che produce l’ingestione di zucchero.
Meglio allora puntare su piccole quantità di zucchero di canna grezzo, miele integrale magari mischiando con della stevia, ottimo anche lo xilitolo di betulla (no aspartame e zuccheri sintetici!).
8. Meno è meglio: ormai tutti gli studi confermano che chi mangia poco vive di più e si ammala di meno!
Oltre a mangiare bene quindi sono importanti anche le quantità. Se fossimo abituati ad ascoltare di più il nostro corpo non ci sarebbe problema. Purtroppo troppo spesso invece ascoltiamo la nostra mente viziata da bisogni emotivi che colleghiamo al cibo!
9. Deve appagare occhio e palato!: una buona alimentazione è colorata, profumata, e ha un sapore che ti seduce!
Anche per questa ragione non sono favorevole alle diete drastiche per dimagrire. Mangiare male per raggiungere il peso che desideriamo non ci aiuterà a mantenerlo e in più ci manderà dritti in depressione!
10. Mangia piano! Assaporare i cibi lentamente, masticando bene è un ottimo modo di arrivare con gusto alla sazietà! (occorrono 20 minuti al tuo cervello per elaborare il segnale di sazietà!).
Ci sarebbe tanto altro da dire sul nostro life style….ma ci saranno altre occasioni!
Alla prossima!

Come posso aiutarti a perdere peso?

Se provare a perdere peso per voi è un’esperienza frustrante e le “avete provate tutte!” senza successo compreso andare a parlare con uno psicologo (“magari ho qualcosa che non va!”), perché dovreste farvi seguire da me?
In effetti non vi prometto miracoli! I successi che ho li devo in parte alla collaborazione delle persone che si sono affidate a me, e senza un impegno quotidiano a cambiare qualcosa nella propria vita, non c’è psicologo né coach che tenga!
Ma se cercate qualcuno che non vi faccia mai sentire soli nel vostro percorso, che vi aiuti a tenere alta la motivazione, che sia in grado di offrirvi molta esperienza e preparazione, allora potrei esservi d’aiuto!
Il tipo di supporto che offro non è standardizzato, è personale, è creato sulla vostra personalità, sul vostro temperamento, e sulle vostre esigenze.
Ma se volete il mio aiuto professionale sono due le cose che richiedo sempre:
la prima è che la nutrizione che state adottando per dimagrire sia sana e completa, che non vi esponiate a rischi per la vostra salute.
La seconda è che siate disposti a cambiare la vostra ottica sul cibo e sulle abitudini di vita almeno quel tanto da renderle più sane.
Se siete disposti a questo… allora ci intenderemo!
A presto!

Ma quale dieta?

Dopo aver cercato per anni di non vedere il problema e di raccontarsi che stiamo bene così viene il momento della presa di coscienza e finalmente si prende la decisione: “mi metto a dieta!”. Il buon proposito di dimagrire però rischia di franare subito se non si capisce da dove nasce il sovrappeso. Che dieta iniziare dunque? Cominciamo col dire che dimagrire è una questione di testa e di sentimenti… esattamente come il meccanismo che ci ha fatto ingrassare! Maria doveva perdere 40 Kg e così girava da un dietologo ad un altro senza mai terminare una dieta. Perdeva un po’ di peso ma quando cominciava a vedersi un po’ più magra si diceva: “ma sì dai che sarà mai se oggi faccio un’eccezione?” … e l’eccezione si trasformava subito in regola, facendo naufragare la dieta. Finchè decise di provare la dieta del sondino senza sondino (che consiste nel nutrirsi di integratori sotto stretto controllo medico per 10 giorni e proseguire con una dieta per metà integratori e per metà pasti normali per un altro periodo). Con questa dieta si perdono subito molti kg e per alcune persone è eccellente perché molto motivante! Ma non per chi, come Maria, soffre di binge eating, cioè di attacchi improvvisi di fame compulsiva. Certo Maria, con molta sofferenza, è giunta alla fine dei primi 10 giorni e ha anche perso 5 kg, ma dal giorno dopo ha riiniziato a mangiare 4/5 merendine alla volta! Purtroppo chi ha questo problema comportamentale non è adatto a questo tipo di dieta se non accompagnato da un supporto psicologico/coaching che aiuti ad elaborare i meccanismi alla base del binge eating. Ora Maria ha iniziato un percorso di supporto alla dieta e sta ritrovando la forza per combattere e vincere la sua personale battaglia.
Ogni persona che si trovi in stato di sovrappeso ha una sua personale storia che va ben ponderata e capita insieme per poter trovare il percorso e le motivazioni più giuste per tornare in forma e ritrovare equilibrio e serenità.

Laura Izzi

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Come si affronta un percorso di perdita di peso.

Nella mia esperienza di psicologa annovero collaborazioni interessanti con medici dietologi e nutrizionisti sulla ottimizzazione dei risultati nei percorsi di dieta per persone sovrappeso e in stato di obesità (MC>30).

Le resistenze psicologiche dietro un fallimento dietologico possono essere tante ed avere a che fare con molteplici aspetti della personalità e dei vissuti delle persone.

E’ allora molto importante quando ci si appresta a seguire una dieta essere consapevoli delle motivazioni che hanno condotto al peso attuale e delle motivazioni che ci stanno spingendo a voler dimagrire.

Prendendo spunto dal modello S.F.E.R.A. ideato dal dott. Giuseppe Vercelli , psicologo dello sport, nell’ambito della prestazione sportiva, ho creato un modello che si applica invece con successo al percorso dietetico e al cambiamento di abitudini di vita  e di habitus mentale che comporta.

Il modello prevede una forte concentrazione sul momento  con costante consapevolezza dei propri sentimenti (Sincronia nel modello originale). Questo permette di gestire i pensieri e i vissuti disturbanti che possono sopraggiungere subito prima e durante l’attività di nutrirsi o mentre si sta facendo qualcosa che non c’entra con l’alimentarsi. Quanti sperimentano una “fame” sospetta durante alcune attività quotidiane che possono annoiare o mettere alla prova facendoci sperimentare un senso di angoscia e inadeguatezza. Ecco che allora tendiamo aa interrompere queste attività e quindi ad allontanare i sentimenti connessi, con una pausa compensativa a base di carboidrati!

La seconda istanza da tenere presente (punti di Forza) è rappresentata dalle capacità psicologiche che mi riconosco, legate all’autoefficacia (valutazione delle proprie capacità rispetto alla riuscita in un determinato compito).  E’ importante rafforzare questo punto con esercizi di implementazione della sensazione di autoefficacia.

La terza componente è data dall’Energia, cioè dall’uso attivo della “forza Psichica” e della sensazione di “potere” nel senso di “posso farlo”. Si tratta della spinta positiva che ci fa agire adeguatamente. Ci consente di utilizzare al meglio le risorse ed ottenere il risultato.

Un’utilizzo sbagliato e dispersivo o scarso dell’energia ha come conseguenza una sensazione di stanchezza e di rinuncia.

A questo punto è necessario parlare di Ritmo, cioè dell’ordinata successione degli intervalli di tempo per generare il giusto flusso. Il gesto di nutrirsi deve essere inserito ritmicamente nella nostra vita e integrarsi con le altre attività con ordine. Il ritmo dona cadenze regolari e impedisce il disordine caotico in cui si innescano comportamenti compensatori. Questo significa anche non saltare i pasti, per esempio.

L’ultimo punto che dona un valore aggiunto per la riuscita del percorso personale di cambiamento viene chiamata Attivazione e non è altro che la più interna motivazione a farcela, la voglia di vincere la sfida con le istanze negative che ci tentano e ci demotivano togliendoci un po’ di vitalità e passione.

Come si evince da queste poche e intense righe il cambiamento non è cosa da prendere alla leggera, è un vero impegno e richiede molte energie e attenzioni per essere efficace, ma non per questo non deve essere affrontato con il sorriso e con un’atteggiamento positivo, anzi solo in questo modo è possibile un vero cambiamento e non una penitenza a tempo che non provoca vero cambiamento.

Per attuare al meglio questi passi e mantenere la motivazione un buon coaching spesso fa la differenza, a patto che lo si viva come uno strumento neutro che utilizziamo in modo attivo e partecipe.

 

A presto, più magri e più sani!